ORRORE IN TV

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ORRORE IN TV

 I polizieschi, i thriller e gli horror che la TV ci scodella in prima e seconda serata sono la mia passione.

 Confesso che li seguo, ormai, con particolare accanimento. Al sabato corro ad acquistare la guida settimanale dei programmi e non la ripongo prima di aver spuntato con l’evidenziatore tutti i titoli dei pezzi più efferati e truculenti. Arrivo al punto da riporre l’opuscolo in borsello per usarne la consultazione come ineguagliabile toccasana nei momenti più grigi e sconfortanti della giornata. La vita si rivela meno dura quando si può contare su serate che riservano qualcosa di sfizioso..

 Sbagliereste di grosso, tuttavia, se pensaste che sia affetto da tendenze maniacali con possibili propensioni al sadismo ed all’emulazione dei serial killer . Il fatto è che, in tema di comicità, nulla diverte quanto quelle trasmissioni . In famiglia, dapprima, erano alquanto preoccupati nel vedermi ridere a crepapelle davanti a spettacoli del tipo "La casa 1, 2, 3 ecc.". Non so se ora ne abbiano compreso le ragioni. Sta di fatto che mi lasciano finalmente in pace; si astengono dal bisbigliare sull’opportunità di sedute psichiatriche e tanto mi basta.

 Agli inizi, devo ammetterlo, mi sfuggiva la vis comica della cosa e tanto comportava noiose attese davanti al video per seguire commedie che non strapperebbero una risata nemmeno a chi avesse da poco realizzato un terno a lotto. Un primo passo sulla via della "rivelazione" lo devo alla lettura della critica che accompagna quei film sui quali (penso non vi sia sfuggito) le annunciatrici stentano a tenersi dal ridere quando ne sconsigliano la visione ai minori. Da non crederci ! Sotto titoli altisonanti vi capiterà molto spesso di leggere che il regista tal dei tali , realizzando il lavoro, non era nella sua forma migliore. Se andate oltre non stenterete a convincervi che, già dal primo ciak, doveva essere completamente fuori di testa. Cos’altro possono significare frasi ormai rituali del tipo "la scenografia lascia a desiderare, la recitazione non convince, la trama procede stentata?"

 Domanda : Se questi film fanno tanto schifo perché ci si ostina a propinarceli con maniacale frequenza ?

 La risposta non può essere estranea al fatto che, con tutta probabilità, i vertici delle emittenti considerano l'utenza media molto prossima all'incapacità d'intendere e di volere. Immagino che ragionino press'a poco così :"Perchè sprecare risorse nella produzione e nel noleggio di buoni prodotti quando possiamo puntare tutto sulla quantità ? Meglio spalare cascami a catena inframmezzati da tanta, tantissima pubblicità". Ragionamento ineccepibile, ma sul quale non vedo la necessità di operare implicite confessioni sotto forma di note critiche che sono altrettanti canti di autocommiserazione.

 Se prendiamo i gialli ed i thriller del tipo più ricorrente notiamo che, oltre al marchio rigorosamente made in USA, hanno in comune l’esasperante protagonismo delle forze di polizia. Quanti appartengono ad altri settori della società devono accontentarsi di ruoli subalterni e nemmeno particolarmente simpatici. Politici, amministratori e manager, anche quando non sono corrotti della peggiore specie , sembrano comunque intenti, per coglioneria congenita, ad ostacolare le indagini dei solerti tutori dell’ordine. Ed anche questi ultimi, a conti fatti, non è che ne escano molto bene. Di solito si avvicinano alla soluzione dei casi dopo che il più sonnacchioso dei teleutenti c'era arrivato da un pezzo. Da qualche anno a questa parte prendono, nelle scazzottature, più botte di quante riescano a darne. Se aggiungiamo che risultano sempre meno indenni da problemi di corna e che anche la loro salute lascia alquanto a desiderare, non possiamo esimerci dal nutrire qualche dubbio sulla validità delle selezioni con cui in America si provvede agli arruolamenti.

 D’altra parte, se si dovesse trasmettere roba meno rivoltante per mamma TV sarebbero cavoli amari. Pensate cosa accadrebbe qualora per due o tre sere ci toccasse seguire le imprese di qualche detective veramente brillante; uno di quelli che non sfigurerebbero nei racconti di Conan Doyle. Ci sarebbe un calo di audience pazzesco dal momento che nessuno di quanti seguono le abituali porcate riuscirebbe più ad identificarsi nell'eroe della fiction. Ecco perché quando capita il protagonista in grado di galleggiare sulla cacca che di regola sommerge gli altri, lo si seleziona provvisto di attributi che ne moderino la superiorità. Perchè scegliere Colombo ? Semplice ! Procede con l'andatura d'uno sciancato, . ha un occhio mezzo acciaccato ed indossa un impermeabile di quelli che sarebbe arduo pescare perfino nei cassonetti della spazzatura .

 Se poi vogliamo gustare in pieno la quintessenza del pattume dozzinalpoliziesco non abbiamo che da sintonizzarci sui canali preposti alle versioni nostrane del genere, dove, finalmente, avremo tutti i motivi per crepare dalle risate. Un po’ come ci capitava seguendo in certi paesini del mezzogiorno le sfilate dei figuranti della Settimana Santa. A rigore di logica gli eventi della Passione non sarebbero tali da indurre allo scompisciamento, considerato che c’è di mezzo un poveraccio martoriato dalle percosse, coperto di spine e prossimo a fare una brutta fine. L’effetto comico era fornito, nella circostanza, da quanti, provvisoriamente sottratti all’osteria o al lavoro dei campi, proprio non erano tagliati per indossare tuniche, mantelli e corazze. Già il vestiario risentiva pesantemente delle anacronistiche approssimazioni con cui era stato realizzato. La ferraglia, assemblata alla meno peggio dal lattoniere di turno, non risultava mai a misura di chi doveva indossarla. Per non parlare delle armi; lance male assortite e svariati altri arnesi da offesa, come sciabole e spade di vago sapore medioevale. Un folclore indegno dei legionari romani; adatto, tutto al più, a rievocare le traversie della tragica "crociata dei pezzenti".

 Unica differenza di rilievo tra la recitazione di quella gente e gli interpreti del poliziesco nostrano: il fatto che i primi, a differenza dei secondi, operavano gratis.

 Di ammirevolmente precauzionale resta la consuetudine di appaltare i ruoli da detective sempre e solo a "marescialli" o "brigadieri" della benemerita. Immaginate un po’ cosa accadrebbe a scegliere per protagonista qualche avvocato. Dopo la prima puntata l’intera categoria dei legali, sentendosi sbeffeggiata, scenderebbe in piazza per reclamare a gran voce le dimissioni in massa dei responsabili dell'emittente. Né penso che cambierebbe granché se si tirassero in ballo questurini, vigili o pompieri. I carabinieri, invece, rigorosamente impossibilitati ad esternare la propria indignazione, sono costretti ad ingoiare il rospo e tacere. Non sempre, però, o almeno non del tutto. Ne sa qualcosa lo scrivente che, avendo per vicino di casa un vecchio e compitissimo pensionato dell’arma, se ne deve sorbire le peggiori bestemmie ogni volta che nel condominio si attaccano a quei programmi.

 Di positivo resta il buon umore cui ci dispongono le avventure di questi nostri eroi sempre più imbranati e pasticcioni. Necessario, tuttavia, è impedire che la farsa degeneri in dramma; cosa che non mancherebbe di verificarsi qualora si decidesse di esportare questi filmati. Tenuto conto che solo qualche paese del terzo mondo potrebbe accollarsene l’uso, c’è da riflettere sull’idea che si farebbero da quelle parti circa l’efficienza della nostra polizia. Già trabocchiamo di criminalità d’importazione, perché far di tutto per incoraggiare all’espatrio ulteriori branchi di malviventi?

 Passando dal genere giallo-poliziesco al thriller-orrorifico effettuiamo un salto tutt’altro che trascurabile sotto il profilo della comicità. Ricordo ancora, per essermi rimasta particolarmente impressa, la sequenza di uno spettacolo in cui un folto gruppo di sventurati zombi, fuoriesce dagli interrati d’un grattacielo per finire difilato nel pieno traffico di Manhattan. Un regista che si rispetti rimedierebbe alla gaffe facendo rifluire a rotta di collo la comitiva verso i sotterranei. Quanto meno in considerazione del fatto che, pure invulnerabili ai proiettili ed al lancio di frutta marcia, è difficile immaginare quei disgraziati alle prese con dei tir o con le autobotti dei pompieri. Niente ! Pur di non dover rifare la scena, quello fa in modo che tutte le auto si blocchino per il terrore che ne paralizza i conducenti. Chiaro che, a questo punto, s’ingenera un groviglio della madonna attorno al quale girano sempre più disorientati gli inquilini delle cantine. Cosa costava , a questo punto, bloccare la manovella e passare ad una scena meno idiota ? Ed e qui che si rivela in pieno tutta la caparbietà di chi dirige le riprese. Gli autisti in preda al panico abbandonano le vetture; alcuni le scavalcano addirittura e fanno di tutto, dalle urla agli spintoni, per allontanarsi da quel casino e finire diritti nelle fauci dei voraci stramorti (tra i quali, sia detto per inciso, qualcuno, forte della propria indistruttibilità, ne approfitta per strafogare più degli altri).

 Anche le televisioni private fanno del loro meglio per privilegiare trasmissioni cariche di scene che propongono continui smembramenti se non sequenze di autentico cannibalismo. Non riuscendo ad impressionare la mente si accontentano di guastarci lo stomaco.

 Una volta no ! Quando proprio si voleva strafare si davano film i cui protagonisti, al confronto dei mostri attuali, erano campioni di gentilezza e di savoir fair. Il pensiero corre alla figura del vampiro; un autentico aristocratico che nulla aveva a che spartire con i sozzoni di poco fa; nemici giurati delle docce e sempre coperti di stracci. Lo si direbbe riluttante alla vista di quel sangue che pure gli era indispensabile alla sopravvivenza e che, comunque, prelevava con una grazia, con un tatto di sicuro superiori a quelli degli operatori dell’AVIS. Per non arrecare inutili disturbi alle sue vittime le avvicinava solo nel sonno e nottetempo; due buchetti, una succhiatina e via. Per trovare traccia delle trasfusioni quanti intendevano dargli la caccia erano costretti a munirsi di grosse lenti, ma, pur con l’ausilio di siffatto armamentario, rischiavano, talvolta, di scambiare per buchi delle senplici eruzioni cutanee e per correre ad impalare nella sua cripta il cadavere di qualche innocente gentiluomo dei dintorni.

 Oggi, invece, quando proprio s’è fatta indigestione di zombi, a chi si ricorre ? Al licantropo; un altro sventurato che, quando gli va la luna per traverso, proprio non sa trattenersi dall’uscire a caccia di gente da fare a pezzi. Proprio ieri sera ne ho visto all’opera uno tra i più schifosi. Aveva appena portato a termine la seconda delle sue aggressioni quando l’impellenza d’una puntatina in bagno mi ha costretto ad allontanarmi. Ritorno che non era nemmeno trascorso un minuto e che ti vedo ? Un bimbetto con il muso ricoperto di sangue. Per un momento penso che nella fiction si stia esagerando; proprio non mi sembra il caso di coinvolgere nella strage l’innocenza di certe minuscole creature. Noto, poi, che il piccolo mastica e trangugia qualcosa; agita addirittura un cucchiaio colmo di un’orrenda mistura. Ne deduco che il licantropo ha famiglia e che, pure in preda al raptus dello squartatore, non se l’è sentita di lasciare a digiuno il sangue del suo sangue (è il caso di dirlo). Errore su errore ! Lo deduco quando l’intero monitor viene occupato dal mezzobusto d’una popputa signora che non la finisce più di sproloquiare. Era accaduto che mentr’ero impegnato a centrare il fondo del water il film era stato interrotto dalla pubblicità; il pargolo che, come avrete intuito, risultava totalmente estraneo alle malefatte del licantropo, era stato imbrattato a bella posta solo per agevolare il lancio di un nuovo portentoso smacchiatore.

 Questa delle interruzioni, a saperla prendere per il verso giusto, fornisce infinite occasioni di spasso. Poniamo che abbiate seguito le sequenza d’una rapina al supermarket; impresa che nei film americani , per rivelarsi di qualche interesse, non deve mai causare meno d’una decina di morti. I fucili a pompa degli aggressori hanno sterminato proprietari e commessi. La tappezzeria è tutta a pois e quando più tardi il detective di turno andrà a curiosare sotto il bancone non mancherà di rinvenirvi l’ennesimo cadavere. Pubblicità ! Sarebbe l’occasione giusta per lanciare qualche impresa di pompe funebri. E invece che ti salta sullo schermo ? Una bambolona tutta tette e culo che, addossata al frigorifero, non la smette più di illustrarci i pregi della sua cucina.

 L’investigatore che una ne pensa e cento ne fa ha finalmente localizzato in cantina il luogo in cui è stato occultato il cadavere. Scassando mezza muratura a colpi di piccone scopre una sorta di grossa intercapedine nella quale introduce la torcia elettrica. Contemporaneamente una gentile signora (meno prosperosa della prima) spalanca il frigo per mostrarvi gli yogurt che salvaguardano la linea; cosa che vi autorizzerebbe a sputare in quelle confezioni per almeno una settimana di seguito.

 Ora che all’horror imbastito sull’attualità s’è aggiunta la moda di quello ambientato nella Roma antica e nel basso medioevo l’intrusione a sorpresa degli spot riesce egregiamente a realizzare mescolanze da fare invidia agli sponsor della società multietnica. La gran parte di quei teleutenti che già durante la scuola dell’obbligo faticavano a distinguere un tempio greco da una moschea correrà il rischio di figurarsi "Titus" in jeans e di confondere il Colosseo con il Circo Orfei.